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sabato 7 giugno 2008

Il nostro corso di informatica

Mi ero ripromesso di dedicare un po' di tempo alla stesura dei miei pensieri riguardo al corso di informatica, perchè onestamente non mi sembrava possibile circoscrivere e limitare questo momento alla compilazione di un questionario.

Voglio partire dalla conclusione logica di quanto scriverò: questo blog non cesserà di esistere, e a quanto pare è in buona compagnia.

Questo storia ha due lati. Un lato squisitamente ed intimamente personale ed un lato più marcatamente educativo. Tenterò di approfondirli.
Andreas Formiconi è un Maestro - ricordando le parole di De Bernard - non tanto in virtù di chissà quali competenze, quanto per l'aver capito che educare e formare significa mettere in mano alle persone in formazione degli strumenti con le sole istruzioni necessarie ad azionarli. Esatto: libertà di utilizzo degli strumenti col solo vincolo della piattaforma.

Ragazzi, io ho imparato.

Molto interessante e fruttuoso, a mio parere, il modo in cui è stato impostato l'approccio agli strumenti di social networking. L'idea di utilizzare pagine wiki per i contenuti è stata geniale: la piena attuazione di quell'ideale di comunicazione e completamento reciproco che di tanto in tanto deve avvenire tra studenti e insegnante. Non vorrei spendere molto sul lato della didattica, basti sapere che il corso, come accennavo, ha fornito chiavi per aprire e mettere in moto strumenti informatici ( e non) che poi gli studenti hanno guidato laddove hanno ritenuto opportuno guidarli, assecondando le proprie inclinazioni piuttosto che un "programma" ( e qui ci si riallaccia al dualismo di qualità e quantità). Io credo che il successo o meno di uno studente in questa attività sia dipeso essenzialmente da quanto lontano si sia stati disposti a guidare la propria "macchina", a quanta voglia di esplorare si sia avuta. In questo senso mi sembra importante una considerazione: non vi sembra che questo modo di apprendere sia decisamente "attivo" e dunque paradossalmente più impegnativo? In definitiva, l'essere slacciati da qualsiasi tipo di "programma" e il dover garantire "qualità" implica la necessità di sviluppare curiosità e iniziativa. Questo è un processo intellettualmente "attivo", e può risultare difficile quando si è abituati alla passiva assimilazione di nozioni in vista di una verifica.

La parte più smaccatamente personale di questa esperienza richiederebbe giorni di riflessione e di scrittura, me ne rendo conto.
Ho intitolato questo post "il nostro corso di informatica", non a caso. Lo sviluppo di questo corso, la sua piattaforma e i suoi strumenti ( e forse anche i suoi tempi) si sono integrati col processo di sozializzazione in atto tra di noi e lo hanno potenziato. Si potrebbe pensare: "certo, è una cosa positiva, ma del tutto accessoria". Personalmente, nella visione che io mi sono fatto del corso di informatica, questa integrazione era non solo auspicabile, ma persino necessaria.
Dobbiamo dire che l'impostazione del corso è stata fortemente scarna di ideologie, ma incredibilmente ricca di idee. Capite la differenza? Ritengo che l'idea di base sia quella che emerge manifesta nell'essenza stessa del concetto di blog, di pagina wiki e di twitter: comunicazione, scambio, collaborazione, elaborazione. Questi a mio avviso sono i quattro momenti essenziali del social networking e, in generale, di qualsiasi attività che voglia avere successo. Pensateci: quasi tutti i processi fisiologici che avvengono nei tessuti - tanto per restare in tema - comportano la comunicazione tra cellule contigue, lo scambio di metaboliti e di molecole segnale, la collaborazione per l'elaborazione di qualcosa, una risposta biochimica, la sintesi di materiale.
Credo che molte persone abbiano recepito ed apprezzato questo messaggio "sociale", tanto che è stato persino tema di discussioni durante le nostre giornate all'università.

Da un aspetto sociale possiamo pervenire anche all'esperienza individuale. Nella fattispecie, io sono stato felice di poter leggere i blog altrui: è stato un modo per conoscere meglio o scoprire persone delle quali altrimenti non avrei conosciuto neppure il nome. Un bel modo per creare un'atmosfera più familiare all'interno di un gruppo come il nostro.
Sono stato felice di avere una piattaforma sulla quale allenarmi a comunicare e a proporre idee che altrimenti sarebbero rimaste sopite.
Sono stato, infine, felice di poter usare il blog anche come valvola di sfogo.

Studiando tanto come facciamo noi si rischia spesso di essere soli, poco attaccati alla vita, cinici.
In definitiva, questo corso è stato il primo vero tampone a questo processo fisiologico ma sgradevole. Perciò questo blog continuerà ad esistere, e anzi, che ne dite se riuscissimo a "raggruppare" questi blog su una pagina wiki come quella delle iscrizioni al corso? In questo modo, anno dopo anno, potrebbe crearsi un gruppo di studenti che portano avanti questa attività e che interagiscono tra loro, un nucleo solido di cooperazione. La dispersione è il più grande pericolo. Come uomini siamo già abbastanza soli per poterci permettere di diventarlo ancora di più.

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