THOUSANDS OF FREE BLOGGER TEMPLATES

domenica 23 agosto 2009

La mia pioggia di agosto pt1

Io sono contento per tutti. Non provo invidio per il successo e le glorie dei miei amici, così come non vorrei che loro non ne provassero per me. La gente che devi cercare di tenerti vicina fino alla fine e per la quale puoi pensare di sacrificare qualcosa di indispensabile è quella che riesce a starti vicino e ridere con te quanto cavalchi l'onda del successo e della fortuna: chi riesce ad essere felice per te. E per essere felici per qualcuno penso che sia necessario anzitutto essere in pace con sé stessi. Avere la coscienza pulita. E questo non vuol dire sentirsi realizzati o essere felici. E quindi ecco, io sono felice per tutti. Sono felice per chi finalmente è riuscito a superare una grande delusione e, contro ogni pronostico, ha trovato l'amore, o qualcosa di simile. Sono felice per chi è riuscito finalmente a soddisfare il proprio bisogno di avere qualcuno da amare e adesso si può guardare allo specchio vedendosi un po' più realizzato. Sono felice per chi ha avuto il coraggio di mettersi in gioco lontano da casa, perché magari non si riposerà durante queste vacanze, ma tornerà carica di qualcosa di impagabile che le leggeremo negli occhi al suo ritorno. Sono felice per chi, ancora più lontano, continua a cercare una raison d'etre vincendo le inerzie. Sono felice per chi ritiene di aver trovato la dimensione in cui sviluppare il proprio personaggio da recitare per tutta la vita. Sono felice per chi vive il suo simil-matrimonio giorno dopo giorno trascurando gli amici spesso e volentieri. Sono felice per chi, emergendo dall'oceano in cui ci si immerge per cercare nuove identità, ha intravisto una possibilità. 

E questo perché si può scegliere a cosa dare retta. E' verissimo che quando tutti intorno a te sembrano felici o realizzati - eccetto te, chiaramente - il successo altrui diventa la lente di ingrandimento che ti schiaffa in pieno viso i tuoi fallimenti, le tue carenze, l'afterburn della sconfitta che stai subendo, o semplicemente della tua incapacità di vincere l'inerzia della tua esistenza attuale.  Ma c'è di più... Negli occhi degli altri che guardano ad un futuro ricco di promesse, in queste situazioni si specchiano i nostri timori per il futuro, la nostra angoscia per un futuro che ci immaginiamo di solitudine e abnegazione. Totale mancanza di realizzazione, sotto tutti i punti di vista. Diciamolo quindi: il successo altrui può essere estremamente irritante e può spingere all'allontanamento. D'altra parte, però, anche la saggezza di Scrubs ci insegna che "alla fine quello che conta è essere veramente orgogliosi della decisione che si è presa". Per questo, la mia scelta è quella di capire che la sensazione di benessere che mi deriva dalla visione di un amico che sorride - per merito mio o di qualcun altro -  è assolutamente vitale, di dare ascolto alla voce che dice che, in fondo, la voglia di emulazione fa miracoli e risveglia dal coma. Il successo altrui può essere lo stimolo per costruire il nostro. E un amico che si allontana è un dolore capace di sommergere la maggior parte delle gioie che la vita regala. E questo sarebbe imperdonabile.

Però, amici miei, adesso è il momento che io smetta di giocare in difesa. Adesso devo attaccare anch'io.