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giovedì 28 maggio 2009

Matteo Piccini datti all'ippica



Se tutto potesse essere come il vento di oggi.

domenica 24 maggio 2009

To be myself in May

Soundtrack raccomandata: http://www.youtube.com/watch?v=MkSSq2G4zrk

Sono giorni strani. 
Mia sorella ha compiuto 18 anni, e non me ne sono quasi accorto. Eppure tra pochi mesi saremo già in lotta per chi dovrà prendere la macchina figa il sabato sera. E mi sei cresciuta addosso, Assia, adesso è sempre più difficile vedere in te la bambina con cui giocavo quando, a dire il vero, ero anch'io un bambino. E chissà tu cos'hai pensato di me, ne ho fatte di cose strane, assurde, pazze in questi anni. Ho pure un po' meno capelli di quando giocavamo insieme sulla spiaggia dalla nonna. 

Domani farò una cosa ancora più strana. Farò lezione. Va bene che parlare di lezione nel vero senso del termine è in qualche modo errato - sarà tutto molto più informale, ma io l'ho presa comunque molto sul serio. E il perché lo posso solo immaginare. Questa doveva essere la mia last resort nel caso l'incomunicabilità o la sfiga mi impedissero di comunicare. E invece ho comunicato, e nemmeno tanto male. Quindi non mi dovrò presentare, domani, quando salirò sul palchetto dell'aula grande del Cubo. Potrò solo dire: "Molti di voi li conosco già". E per gli altri domani sarò per un paio d'ore Matteo, il ragazzo con la maglietta verde che ci ha fatto il sangue e che ci farà il tessuto nervoso venerdì prossimo. Ma ci arrivo molto meglio di quanto potessi sperare, avendo fatto e detto cose che davvero vanno oltre le mie aspettative. E sto diventando meno Shunran, meno uragano primaverile... Adesso sono più Harukaze, vento di primavera. Arrivo e non faccio più terra bruciata. Meno personaggio e più persona. Questa è la direzione che voglio seguire. Tanto è inutile mirare a sconvolgere, perché farsi volere bene è un'altra cosa. Chi sconvolge spesso risulta inaccessibile, e io voglio essere normale. Ne ho già fin troppi di tratti che mi fanno sembrare inaccessibile, crearmene di altri proprio non m'interessa.

Ma diventare harukaze è impossibile da soli. Per cambiare le carte in tavola bisogna che ne valga la pena. Ci vuole gente da conquistare, cuori da vincere, anime da esplorare, cose da fare, da organizzare, l'ipotesi di un futuro esaltante, l'idea della scoperta senza fine, del pericolo reale, ci vuole il diritto di essere infelici ( right, John?). Per questo devo dire che quest'anno ho avuto un'autentica botta di culo - senza doppi sensi, please. Perché la voglia di provare a cambiare le carte in tavola è arrivata di pari passo con tanti nuovi volti, tre o quattro dei quali veramente belli. E che cavolo ci dovrebbe essere nella vita di più importante se non l'espansione delle connessioni, l'approfondimento della rete, il vero incontro? L'esporsi al pericolo con la propria faccia. Ridendoci su, perché volerlo fare è fottutamente normale.

Poi c'è chi pensa che normale sia rivelare avvenuti suicidii a tavola. Tra i crostini e la pizza. E che faremo per contrastarli? Non li contrasteremo perché vivono una vita che gira su stessa e su se stessa ritorna. Mentre noi vogliamo andare avanti e costruire la città in cui vogliamo vivere.

Poi ci sono gli sconvolgimenti di fronte, i granchi colossali, le sorprese inaspettate, i rides, le coincidenze, i disegni, le cose che non pensavi fossero così, le cose che non pensavi fossero possibili, le cose che non pensavi fossero così facili, le cose che non pensavi avresti mai dovuto mettere in dubbio. Gli incontri che sembrano "fated", gli incontri che sembrano dire "at last", gli incontri che sembrano mormorare "E finora dov'eri?". E poi in generale c'è la vita che va e macina chilometri a una velocità tale da farti viaggiare veloce ma dandoti la possibilità di apprezzare il paesaggio che cambia, e magari anche il cielo che va verso il crepuscolo. E tutte queste cose sono legate, perchè succedono insieme solo quando hai deciso che è ora di buttarti in profondità nella vita e nei rapporti con la gente. Non esistono coincidenze, non esistono incontri voluti dal fato, non esistono granchi, quasi tutto è possibile, molte cose sono facili, solo la morte è certa. Sei tu che attribuisci alle cose un valore simbolico proporzionale a quanto la bellezza della vita si faccia sentire bruciante sulla tua pelle. E soprattutto, sbagliare non è un errore, come dicono i Super Beaver (machigau koto wa machigai ja nai). 

Domani faccio lezione e non ce ne sarà per nessuno.
Dopodiché comincia tutto, ora penso di essere pronto per affrontare un paio di questioni e, finalmente, provare a crescere. E poi, voglio vedere cosa farete voi.


domenica 17 maggio 2009

Titoli di Coda 2008/2009 - Still ridin' the Windchills

Quanti di voi si sono mai trattenuti a veder scorrere i titoli di coda alla fine di un film al cinema? Se stavate pomiciando non vale, ovviamente. Io poche volte. Ma ogni volta provo una sensazione molto particolare. Nei titoli di coda c'è l'intero film, e molto di più. I titoli di coda sono la celebrazione di tutto il lavoro che sta dietro alla realizzazione di un capolavoro, o semplicemente di un film che non sarà da oscar ma che almeno ha dato lavoro ed esperienze a decine di persone. In ogni grande realizzazione non conta tanto il momento dell'esplosione del risultato, quello che veramente fa la differenza e cambia per sempre le persone sono le esperienze che si fanno mentre si sta lavorando duramente fianco a fianco con altri esseri umani per raggiungere insieme un grande obiettivo. E i titoli di coda mi affascinano, perché celebrano esattamente questo: anche il più sfigato assistente dell'assistente dell'assistente dell'aiuto-regista vi compare. Perché ci ha lavorato e ha partecipato alla costruzione dell'opera. 

In fondo credo che ognuno viva la propria vita come una sorta di film di cui è protagonista, e il risultato è che il consorzio umano è un'intersezione di film, un palcoscenico di coprotagonisti che incrociano i propri destini con quelli altrui, in un'interminabile serie di spin-off, prequel, sequel, ecc... 
Dato che mi piace molto la visione dei gruppi umani come team che collaborano per costruire qualcosa, anche quest'anno ho deciso di postare i miei personalissimi titoli di coda, adesso che le lezioni sono finite e che mi appresto a lanciarmi nello studio folle di Anatomia. L'avevo fatto anche l'anno scorso: Titoli di Coda 2007/2008 ... Magari per raffronto potreste leggervi anche quelli, sicuramente notereste un gran cambiamento! La cosa che più mi entusiasma, però, è notare come il mio film di quest'anno sia molto più intenso, movimentato, popolato da un gran numero di persone, amici vecchi e, soprattutto, nuovi. E' bello anche pensare che, in fondo, questo blog ha giocato un ruolo non indifferente nella costruzione di una trama che, se la guardo nel suo insieme, mi pare promettere bene. Magari ci scappa un oscar.

E quindi, un "grazie" di cuore a:

Matteo. A lui va il primo pensiero perché effettivamente è il primo coglione che vedo la mattina e, spesso, l'ultimo che vedo quando me ne vado. Non mi dilungo oltre perché gli ho già dedicato un intero post che riassume più che bene il suo ruolo. Momenti più belli? Il pronto soccorso e le gite alle terme. O semplicemente le risate isteriche durante la Dei. Insomma, basta, sennò davvero con lui non finirei più.

Lo Zacca, il viaggiatore delle sensazioni. Quest'anno, finalmente, ci siamo potuti conoscere meglio e abbiamo potuto affrontare anche qualche discussione a quattr'occhi su temi molto delicati. Che momenti, che funambolo. Anche lui è chiaramente una presenza irrinunciabile e una delle nostre più grandi fortune. E poi apprezza la birra Aventinus, e questo è per me fonte di grande soddisfazione.

Il Marini è un po' l'amico ritrovato di quest'anno. Dopo averlo perso di vista nella veste di chimico, è riapparso nella mia vita nella veste di matematico, fortunatamente per lui decisamente più gnocco della media dei matematici che affollano l'Ulisse Dini. Mio compagno di tanti pranzi a mensa, gli voglio bene soprattutto perché è un po' sfortunato, come me, ed entrambi quest'anno l'abbiamo preso un pochetto in quel posto (entrambi in senso metaforico, ci tengo a precisarlo). Ci siamo sviscerati a vicenda e abbiamo commentato fino alla nausea le nostre vicende sentimentali sempre più assurde. Se smette di fare battute circa la mia evidente stempiatura, forse gli vorrò ancora più bene (e tanto ha poco da stare tranquillo, perché prima o poi qualsiasi matematico diventa storpio o/e brutto e/o pazzo).

Rospetto. L'Ire è una presenza incostante, ma c'è, e quando si manifesta lascia sempre il segno. E' vero che l'anno scorso eravamo riusciti a fare più cose insieme io e lei, ma quest'anno oggettivamente ci sono stati molti ostacoli al nostro rapporto. E poi io sono incostante tanto quanto lei, non c'è da stupirsi se riusciamo a incontrarci nelle nostre vite solo per pochi secondi ogni volta. Eppure quei secondi sono come tesori preziosi, come visioni panoramiche, vedute crepuscolari. Per questo a lei dico che l'aspetto sempre, allo Stony ovviamente.

Il nostro gruppo all'università, in toto, perché siete gente coi controcazzi (cit). 

Gli Heatcliff. Grazie ragazzi. Quest'anno era partito in sordina con i soliti problemi di lineup e con lo scazzo ultrapeso tra me e Luca, ma sta finendo sotto i migliori auspici. Grande Carlos che si sta facendo il culo per imparare i pezzi, grande Luca che si sta mettendo sotto e che è tornato ad essere il mio amico di tre anni fa. Grazie al Pulo perché davvero è il nostro collant(e) e devo ancora vedergli fare una cazzata. Grazie al Gero che continua ad essere il NOSTRO Gero, pur essendo un patetico ingegnere informatico :) Infine, un enorme grazie al Berna per essere semrpe disposto a tappare qualsiasi buco ci sia da tappare - e non è un'allusione sconcia.

Il Gulisano, per aver detto "Ma volete davvero diventare gente che va in giro a pensare di salvare le vite? Nè per colpa mia, nè per merito mio". Prof, le vogliamo bene. Le sue lezioni di anatomia sono come monologhi teatrali, nelle sue parole c'è sempre una tensione artistica, piena di passione e di autentico ardore per quello che studia ed insegna. Anche Il Guli è un regalo che qualcuno ci ha fatto.

Il Pacini, per le sue comparsate fulminee e per i suoi "arrivederci e grazie". 

La Cassiera della Mensa, perché dopo aver insinuato che il sottoscritto utilizzi le banane per fini diversi da quelli della nutrizione, mi saluta ogni giorno e ha sempre una parolina dolce per me. Grazie! Anche io ti voglio bene cassiera della mensa!

Marius, perché non si può non ringraziare uno che ha "gli occhi nelle tasche". Dobbiamo ancora capire se si tratti o meno di un modo di dire mutuato dal francese, ma abbiamo il sospetto che rientri in quelle che potremmo definire "Pulcherrima Dicta Marii".

La Dei, perché per la prima volta ho imparato a fare i grafici per registrare l'andamento dei suoi "in questo senso" e "in questo senso qui". Facendo un breve calcolo, stimo che durante il secondo semestre la simpatica donnina ne abbia pronunciati circa 600-700. La ringrazio anche per avermi insegnato un nuovo e più disinvolto uso dell'aggettivo dimostrativo "quel". Quell'ammonio. Poesia.

P. Urbano. Principalmente perché da quando ha fatto un disegno alla lavagna e l'ha firmato (P. Urbano- 2009) ho finalmente la certezza di trovarmi di fronte ad un pazzo megalomane. Quindi, Urbano ciucciami l'ano (cit). 

Il Cecchi, perché oltre ad essere un "rigoverna cappelle" (cit.), è riuscito ad infamarci all'esame più della Farnararo. Lurido pisano.

La Tesi, perchè mi ha dato 30 a Fisiologia I. Ma anche perché abbiamo imparato a volerle bene, ad esaltarci con lei quando parla del Kandel e Schwarz, quando ci dice che l'area sensitiva tal dei tali è posizionata "molto felicemente", quando mima l'andatura di un ubriaco. E poi è un'adorabile gattara!

La Chiarugi. E qui non ci sono cazzi. E' una GRAN donna, una che si fa il culo dalla mattina alla sera, che lavora e ricerca con una passione che io ammiro profondamente. E poi è simpatica, come del resto lo sono generalmente le persone che nella vita hanno raggiunto obiettivi di rilievo grazie ai propri sforzi. Un giorno sarò come lei, con qualcosa in più tra le gambe, ovviamente.

Il Capaccioli. Lui è un pazzo, uno che parla al telefono a velocità supersonica, e può essere un problema quando devo riuscire ad estrapolare metodiche, nomi, orari, numeri di telefono. Ma è un ganzo e un grande. Lo ringrazio perché sta credendo moltissimo in me e mi sta mettendo tra le mani cose importanti. Sono fiero di poter esibire il mio badge elettronico con scritto "Matteo Piccini - Lab Capaccioli". 

E adesso un attimo di attenzione. Ora voglio ringraziare le new entries. 

Giacomo. Come ti ringrazio? E soprattutto, forse, non ho nemmeno niente per cui esserti grato. Però ormai nella mia vita ci sei entrato completamente, e ti ci lascio. Non so se sei davvero riuscito a capirmi, a volte ne dubito. Però mi tieni a chiacchierare, a ridere, a dire cazzate, mi dai continuamente input per osservarmi dall'esterno e tentare di migliorarmi. E so che hai tanta paura, tanta quanta ne ho io. Ti voglio bene, e quest'estate si va  a Dublino, te lo prometto. E per quanto mi riguarda, non ti abbandono. 

I My shining Darkness. Ragazzi, a voi voglio un bene incredibile. Siete un po' come cinque fratellini minori, ma già suonate come grandi. Per me rappresentate la potenza delle cose nuove che iniziano in tutto il loro splendore e con quella forza misteriosa che spinge le cose che nascono dall'ispirazione. Vedrete che ne faremo di strada insieme. 

Daniele. Daniele è il caos. Siamo stati dei mesi a guardarci in cagnesco in biblioteca, più per scherzo che sul serio, sapendo perfettamente l'uno dell'altro. E alla fine abbiamo rotto il ghiaccio. Gli voglio bene perché, giustamente, mi venera come Dio Onnipotente della Biomedica. Scherzi a parte, lui è un elemento completamente libero e sciolto da ogni catena, è impossibile non volergli bene quando ti arriva davanti, a Careggi, con un carrello rubato. Peccato che te l'abbiano fottuto, Dan, un giro ce lo facevo volentieri. Tra l'altro sembra che sia anche diventato un bravo studente... Mah... La faccenda mi puzza ma per adesso si starà a vedere. Grandissimo!

L'evanescente Luke, che chiude l'anno con zeru tituli. Ecco, lui davvero mi garba (in senso amichevole eh) perché è ganzo (infatti anche lui è un fan del Passeri) e c'ha sempre quell'aria un po' "svampita" (in senso affettuoso eh). Sembra una nuvoletta bionda che gira per il cubo e la biomedica, sempre con abbinamenti cromatici ben lungi dal passare inosservati. Anche la sua conoscenza è avvenuta con modalità quantomeno bizzarre, e mi fa piacere che alla fine abbia rotto il ghiaccio, perché ha un modo di pensare molto stimolante e a vederlo così sembra estremamente aperto e ben disposto verso le persone; sembra sempre interessato a quello che dici, e questo è bello. Poi gli garba Huxley, quindi è ganzo. Grande Luke, ora devi solo smettere di fumare quelle insulse sigarettine! 

Veggie: Perché credo in lei, la ammiro profondamente per il coraggio che dimostra ogni giorno. So che dovrà probabilmente soffrire ancora molto (bisogna essere realisti), ma è mia profonda convinzione che riuscirà a sconfiggere i suoi demoni perché è forte, cocciuta, determinata, dolce, e profondamente intelligente. Poi legge i manga, quindi non può non essere ganza. Sei grandissima, e ce la farai, come tu ispiri me con il tuo coraggio e i tuoi post, adesso vorrei essere io a darti un po' di carica in più!

Stefano e Andrea, i due catanesi che prima o poi mi dovranno ospitare nelle loro terre. Grandi ragazzi, siete stati un grande acquisto! Una lezione intera della Campisi passata con Stefano a parlare di musica mi ha convinto ancora di più. E poi finalmente due persone affettuose che ci tengono a consolidare i rapporti. 

Il Melani. Tommaso è stato il mio naturale amplificatore. Io e lui siamo un ripetitore di cazzate ad azione altamente teratogena. Mi mancava qualcuno con cui fare assurde e deprimenti battute e sfondo biochimico, o con cui esaltare la bellezza dello psalterium o del "distinto inginocchiamento" dell'uretere sui vasi iliaci. Da dieci.

La Fatima è stata una conoscenza molto recente, ma di sicuro impatto! Già che fa un certo effetto sentirla parlare in perfetto aretino, ma poi viene fuori che pure lei c'ha davvero i controcazzi. Abbastanza veramente brava!

La Giulia. Perché mi ha insegnato una delle lezioni che ricorderò per tutta la vita, e il tutto con la massima naturalezza e semplicità. Ti fa venire voglia di vivere!

Il Papi. Perché in tutta questa follia Gabri ha un suo perché. Ehehehe...

Il Matini e il suo gruppo, la Giulia Cantini, la chiara Bersani, Cips, Alessandro Gradassi, Luca Petrone, Duccio Fattori, Alessandro, la Valeria, la miriade di gente del primo anno che conosco e che adesso sarebbe veramente troppo troppo lungo nominare pezzo per pezzo. Venite alle mie lezioni di istologia, piuttosto, stronzi!

Lorenzo. Qui non basterebbe un post intero, forse neppure un blog. E' possibile conoscere una persona e dopo solo pochi giorni ritenere che sia il proprio fratello gemello? Evidentemente sì. Lore mi emoziona perché mi mette costantemente alla prova, e perché per me è un esempio di umiltà - cosa che a me manca assai - e di forza d'animo. Crede di non valere niente, ma lo adorano tutti. E io non credo nelle coincidenze pure e semplici. Poi se giovedì si taglia davvero i capelli diventerà un figo della madonna e con tutte le donne che gli gireranno intorno non avrà più tempo per chiacchierare con suo fratello, ma intanto mi godo quella che sicuramente è stata la nuova amicizia più eclatante dell'anno. 

Infine un grazie più speciale degli altri. Ringrazio la mia misteriosa malattia. Finché non ha un nome la chiamerò così. Misteriosa malattia. Mi stai facendo dannare, ma grazie a te mi conosco meglio e costruisco la mia forza. Ma non ti abituare troppo a questa situazione di idillio simbiontico. Quando ti daranno un nome io guarirò e te ne dovrai andare.

Cazzo che anno.



venerdì 15 maggio 2009

Epic Fail




Retreat.

martedì 12 maggio 2009

Il Vento del Cubo

C'è poco da fare, al Cubo tira sempre il vento dell'inquietudine e dei pomeriggi di maggio passati nello studio un po' ozioso. E' sempre così, quando ci torno perché sono di passaggio verso qualche laboratorio, o perché semplicemente ci voglio tornare senza particolari motivi. Ma tanto la ragione è sempre altro. 

lunedì 11 maggio 2009

Katenu




立ち止まると勝てぬだろう
Tachidomaru to katenu darou
Se resti lì fermo come pensi di poter vincere...?

mercoledì 6 maggio 2009

Crisi? Non oggi.

Sono entrato in crisi ieri e oggi il peggio è passato.

Ho visto mio "fratello" trionfare due volte nello stesso giorno. Grande Lore, mi hai dato una bella scossa di potenza.
Le mie trafile legali stanno continuando.
Il mio stato fisico è ancora sconosciuto, in un referto di laboratorio che ancora non arriva.
Ma starò bene, di sicuro. Mi lamento tanto perché ho paura di morire, e dovrei vergognarmi, perché poi la gente muore davvero e io sono ancora vivo. 
Devo davvero imparare a darmi un contegno, mi sforzo, mi sforzo, mi sforzo. E ce la farò, porco cazzo.

domenica 3 maggio 2009

La Religione

Ultimamente mi sento molto attratto dalle discussioni che toccano temi importanti e anche piuttosto intimi e personali. Ultimamente, poi, mi è capitato di parlare spesso di religione con amici, genitori e conoscenti; la questione di fondo che mi affascina e mi lascia perplesso circa la religione, è che l'adesione di un individuo ad un determinato culto religioso mi sembra sempre legato indissolubilmente al contesto familiare di provenienza. Ci avete mai fatto caso? Nel caso della religione cattolica, nel contesto italiano (una generalizzazione ad altre realtà etniche e culturali è impossibile) da genitori non praticanti o addirittura atei nascono quasi sempre figli che non si avvicineranno alla fede e che tenderanno a professarsi atei, agnostici o semplicemente disinteressati all'argomento. Per contro, da genitori credenti e praticanti quasi sempre provengono figli che, pur essendo magari poco o per niente praticanti, alla domanda "credi in Dio?" daranno sempre una risposta positiva. Da famiglie di stretta osservanza religiosa provengono spesso figli altrettanto entusiasti della religione, ma non di rado anche figli che, sfuggendo forse al senso di oppressione che certi modi di vivere la religione possono comportare, tendono a rifiutare il credo dei propri genitori. Diverso è il discorso degli appartenenti a sette o organizzazioni particolari - Testimoni di Geova, Mormoni, Neocatecumenali, Ciellini, ecc... Fatta eccezione per i neocatecumenali sui quali possiedo poche et frammentarie notizie, le principali sette cristiane sono accumunate da una forte tendenza all'isolamento dal resto del consorzio umano, fino a giungere molto spesso all'endogamia tra membri della stessa comunità. E' chiaro che questo punto meriterebbe una trattazione molto più approfondita che in questa sede non è opportuna - anche perché non parlo di cose che non so. 

Credo che molto, comunque, dipenda dall'intelligenza dei genitori, e per me "intelligenza" significa soprattutto lasciare ai propri figli la libertà di scelta secondo la propria personale volontà. Per questo, un genitore ateo dovrebbe a mio parere fare in modo che i propri figli entrino in contatto con la spiritualità e che possano capire cosa sia la religione, cosa sia la fede, cosa significhi e quale possa essere il suo valore. Del pari, un genitore cattolico - per esempio - dovrebbe mostrare ai propri figli che la Fede è un valore che non tutti condividono, e che non è obbligatorio aderire ad una religione se questa adesione non è profondamente ragionata e "sentita" - cioè, non deve essere una mera questione di "abitudine". 
La realtà è che la grande maggioranza dei cattolici in Italia va in Chiesa ogni domenica solo perché "è abitudine che così si faccia". Conoscono a memoria le liturgie ma non si interrogano mai sul significato delle parole che pronunciano. Si professano cristiani ma della Parola di Gesù non applicano nemmeno la punteggiatura. Questa non è religione, non è spiritualità: questa è vita da pecore, prone solo alle bisogna della pancia - per dirla col grande Sallustio. La Religione secondo me è una cosa nobilissima se l'individuo ha la volontà e la curiosità di usarla come trampolino di lancio per affrontare questioni esistenziali ed etiche, per analizzare l'essenza dell'Uomo e della Società, per trovare il proprio ruolo all'interno di essa. La Religione diventa invece completamente sterile ed inutile se si riduce ad una semplice lista di cose che si possono fare e di cose che non si possono fare: tutto il suo valore di speculazione intellettuale e di arricchimento personale va perduto. 
Anche gli atei, comunque, non sono da meno. Tra loro, sono poche le persone che prima di professarsi atee hanno cercato di approfondire la propria spiritualità in qualche modo. Non dico che sia necessario aderire a qualche forma di religione, ma sono convinto che prima di decidere che un qualsiasi dio non esista, sarebbe quantomeno importante affrontare seriamente la questione. Purtroppo anche in questo frangente entra in gioco l'abitudine: siamo pigri, e quindi perché affannarsi a mettere in discussione le proprie certezze quando fino ad oggi abbiamo vissuto benissimo così come siamo? 
Vedete, il succo della questione è che bisogna sempre farsi domande e mai accettare qualcosa senza averla prima analizzata a fondo. Una scelta è utile solo se è consapevole, altrimenti non è neppure una scelta, è come lasciarsi passare gli eventi addosso in maniera passiva. E sono abbastanza sicuro che un cattolico che si fa domande e che mette continuamente in discussione valori, principi, fede, stabilendo così un rapporto dialettico fertile, sia un cattolico che non avrà mai bisogno di andare a tacciare di eretico chi non la pensa come lui. Del pari, un ateo che abbia compreso cosa sia la Fede e quale possa essere il suo valore, sarà sicuramente un ateo rispettoso di chi aderisce ad un culto religioso. Solo così ci può essere vera comunicazione, solo così ci si può rispettare e vivere pacificamente insieme senza essere diffidenti gli uni verso gli altri. Il problema, al solito, è che tutto questo richiede sforzo, attenzione costante, vivacità intellettiva, la fatica e l'irritazione che possono derivare dalla messa in discussione delle proprie certezze.

Personalmente, sono cresciuto in una famiglia di non praticanti tendenzialmente agnostici e sono sempre stato lontano dagli ambienti cattolici; tuttavia i miei non hanno mai fatto niente per allontanarmi dalla possibilità di avere Fede e, anzi, hanno sempre fatto in modo che io sentissi tutte le campane. Man mano che cresco la voglia di approfondire i tratti della mia spiritualità, che adesso inizio a conoscere, mi spinge a cercare un modo per viverla traendone tutta la ricchezza possibile. Probabilmente non sarò mai un cattolico - sono più affine  al pensiero orientale - ma sicuramente in questo travaglio interiore il confronto costante coi miei amici cattolici è stata una fonte di ricchezza insostituibile.

La Religione non dovrebbe mai essere un freno allo sviluppo della propria personalità e delle proprie inclinazioni naturali, nè tantomeno un santuario di certezze, anzi. Direi che tutto sommato ho scritto cose sensate.