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giovedì 9 aprile 2009

3 minutes older

Avrei voluto trovare un video su youtube con questa canzone come sottofondo, perché sarebbe stato bello metterla qua, a ornare questo post - a dire il vero un po' premeditato. Ma non l'ho trovato. "3 Minute older" degli A Toys' Orchestra, band italiana semisconosciuta. Me la fece conoscere un mio caro amico, in un momento che non è più tornato.


"When this song will end I'll be 3 minutes older"

Dice la canzone. E' una verità talmente fondamentale da risultare scontata e allo stesso tempo estraniante ed incredibile. Pensarci è come rendersi conto di avere gli occhiali in testa dopo un'ora passata a cercarli, disperando ormai della loro sorte. Quando avrò scritto questo posto sarò un quarto d'ora più vecchio. E non sarò più come prima. I cambiamenti avvengono così, si diventa minutes older senza rendersene conto. Il cambiamento nel frattempo è lì, si sta preparando, minuto su minuto. Poi un giorno ti colpisce perché i minuti sono diventati troppi. E ti sembra di essere cambiato di punto in bianco, quando invece stavi mutando ad ogni canzone che finivi di ascoltare. Inevitabile pensare al panta rhei eracliteo. Ma quello a cui sto pensando è meno abissale, illusoriamente meno ineluttabile e più malinconico. 
La vita è fatta di strade e di coincidenze. Indubbiamente. Gran parte di quello che ci succede è frutto di una combinazione di eventi largamente indipendente dalla nostra volontà, è un dato di fatto. E lo sapete qual è la cosa buffa? Che saperlo non cambia niente. Tranne, forse, renderci più malinconici, di una malinconia positiva, simile alla nostalgia. Ci si affeziona. E secondo me aiuta anche ad essere felici. 
Ogni situazione della nostra vita dal momento che si presenta è l'unica possibile. E non voglio parlare di destino, assolutamente. Voglio solo dire che vivere significa anche, se non soprattutto, escludere tutte le possibilità tranne una. E' una rinuncia costante a tutte le cose meno una. In quei tre minuti di "invecchiamento" abbiamo continuato a differenziarci, individuandoci in qualcuno, in qualcuno che siamo noi. Che stiamo diventando noi. D'altra parte questa vale anche per le cellule prese singolarmente. Il differenziamento non è altro che la rinuncia ad esprimere determinati geni a favore di altri. Non si può fare tutto. Spesso si può fare una cosa sola. E questo, se volete, rende ancora più bello vivere. Oh, bisogna essere forti per rinunciare continuamente. E bisogna anche essere orgogliosi di quello che possiamo fare per scegliere, quando ci è concesso. 

Poi ci sono le occasioni perse. I treni che vediamo partire restando impalati sul marciapiede del binario. Anche quelli sono un po' malinconici. Però di buono c'è che a perdere i treni si è sempre in molti, e si fa amicizia in attesa di quello successivo. Certe persone mi piacciono e mi incuriosiscono incredibilmente. E sono 15 minuti più vecchio. Ahiai...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Io trovo molto affascinante questa cosa delle coincidenze che accennavi... a volte, sembra un po' come se gli eventi si incastrassero tra loro, guidando impercettibilmente le nostre esistenza, senza che ce ne rendiamo bene conto.

Bellissimo post.

Shunran ha detto...

A volte anche io ho l'impressione che sia così, che la gente si incontri quando deve incontrarsi e che ci sia una sorta di tacito accordo tra tutti per non frsi troppo del male. Ovviamente però il caso mi sembra un candidato più papabile...

Veggie ha detto...

Non sono del tutto d'accordo... Forse perchè mi fa paura l'idea che gli eventi della vita si srotolino semplicemente senza che noi abbiamo la possibilità di controllarli o, quantomeno, di direzionarli... Sono sempre stata convinta che siamo noi gli unici artefici del nostro futuro, e non mi piace l'idea che la vita possa guizzare via dalle mie mani in una direzione che non posso prevedere...
Certo il tempo passa per tutti, ma non posso - non voglio! - credere che certi cambiamenti e certe scelte siano irreversibili... Io preferisco le strade a doppio senso, quelle che si possono provare e poi scegliere se tornare indietro o meno... Il tempo no, non è una strada di questo genere, il tempo non è palindromo, lo si può leggere - lo si può vivere - solo in un'unica direzione... Eppure, a volte, si avvolge su se stesso... E se è vero che non si può dirigere il vento... Spero allora almeno di iuscire a direzionare le vele...