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sabato 11 aprile 2009

[If we survive] I'd like to say how beautiful I think you are

E' sotto gli occhi di tutti il fatto che questo blog stia vivendo una nuova fase di enigmatico splendore - a seconda dei punti di vista. Ed è altrettanto noto che questo sia un sabato sera. Vediamo di sviluppare questi concetti prima di passare al nocciolo della questione.


La degenerazione aretina della mia parlata, anche, è cosa ormai nota. Colpa dei miei geni made in San Sepolcro. 

Sul primo punto, sospetto che ci sia molto più da dire di quanto non mi venga in mente. Non so se si è capito, ma per me questo particolare blog è soprattutto un esperimento. Un esperimento mirato a fornire suggestioni. E le suggestioni, nella fattispecie, sono costituite dal mio tentativo di fondere le cose che voglio dire con quelle che, irrimediabilmente, non riesco a dire per incapacità intrinseca o per mancanza di "guts". Il risultato sono questi post che alternano con sorprendente disinvoltura passaggi criptici ad aperture quasi "solari" nelle quali forse riesco addirittura a spiegare in una forma quantomeno decente la mia visione del mondo e il mio entusiasmo per le cose che vedo e che mi succedono. Ma il succo è che quando scrivo voglio anzitutto comunicare. A partire dai titoli dei post - quasi mai comunque rivolti ad un interlocutore reale.  Ma sì, voglio comunicare e ricevere feedback. Voglio comunicare per avvicinare la gente a me. O per non lasciar fuggire i moments of being della mia quotidianità - che comunque credo sia la stessa identica cosa. Quindi, occhio.

In secondo luogo, è sabato sera, sì. L'eccessiva motilità del mio colon, tuttavia, mi impone di astenermi dalla consumazione di alcol e dall'allontanarmi dalla sicurezza delle mura domestiche. Insomma, c'ho l'influenza eh. E questo perché nessuno pensi che la mia nerdità biochimica sia ormai oltre i livelli di sicurezza. 

Veniamo dunque al nocciolo, come promesso. Poco fa parlavo con un mio amico di musica e la discussione - una chiacchierata che non ha raggiunto particolari vette di aulicità, come tante altre - era nata dalla sua richiesta di un mio parere su due chitarristi: Slash e Joe Perry. 
Vi faccio intanto presente che la mia scaffalatura Ikea mi è crollata addosso e ho dovuto interrompere la stesura di questo post per portare l'Ordine nel caos generatosi.  Mah...
Dicevo. Ecco, alla fine della discussione il mio amico ha fatto un commento che suonava più o meno così: "Beh sì... In effetti tu sei più orientato sul metal... Io invece sono più fedele alle vecchie glorie del rock classico...". Questa sua uscita mi ha dato modo di riflettere su qualcosa di veramente banale: alla gente piacciono cose diverse. Questo è particolarmente evidente quando si parla della cavità nella quale... ci siamo capiti. Ma, battutacce scontate a parte, è effettivamente pazzesco. Sì, perché il fatto che a due persone possano piacere, per esempio, due stili musicali completamente differenti, implica una considerazione a monte: in quelle due persone certe reazioni emotive che determinano il "piacere" hanno dei "pathway di attivazione" differenti. E questo è molto affascinante dal mio punto di vista, perché spesso mi rendo conto di essere davvero molto curioso di scoprire cosa trovano gli altri nelle cose che amano. Non sempre ci riesco, perchè in fondo anche questa è una delle tante barriere imposte dall'incomunicabilità che di fatto regna tra gli individui. Però ogni tanto penso che ci si possa arrivare vicini, e allora è molto bello. Senti proprio il "sapore" dell'altro. E ogni tanto te ne innamori pure.

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